Spunti per orientarsi dopo il diploma

Il 17 giugno prenderanno il via gli esami maturità, quest’anno un po’ stravolta rispetto ai canoni classici: un colloquio orale sulle discipline di indirizzo, trattando un argomento concordato che sarà assegnato dai docenti a ogni studente; la discussione di un breve testo studiato durante l’ultimo anno nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana; l’analisi di materiali, coerenti con il percorso fatto, assegnati dalla commissione ed, in chiusura, esposizione delle esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento nonché l’accertamento delle conoscenze relative a “Cittadinanza e Costituzione” secondo quanto effettivamente svolto dalla classe. 1

Un percorso diverso, nuovo, che chiede di misurarsi – con maturità! -, sia sulle competenze scolastiche acquisite sia sulle competenze trasversali tanto citate in ambito accademico quanto – ahimè! – poco praticate e insegnante nei percorsi formativi.

Suona davvero come un banco di prova da adulti: non più schiere di studenti impegnati in traduzioni o algoritmi da ricordare, seduti in banchi perfettamente allineati nei grandi atri scolastici, quanto giovani adulti che sostengono un colloquio vis a vis con degli esperti.

È un salto culturale interessante, dettato dalla situazione sanitaria attuale, ma forse anche da una necessità di rinnovamento culturale che chiede ai giovani diciannovenni di uscire dal ruolo di figli, perennemente accuditi dalla famiglia e dalle Istituzioni, e diventare attivi nella costruzione del proprio futuro.

In quest’ottica forse più pragmatica, e con l’obiettivo di sostenere gli interventi destinati ai settori produttivi, con particolare riferimento ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico e “… allo scopo di contribuire alla diffusione della cultura tecnica e scientifica e sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo italiano in linea con i parametri europei”2 che la Presidenza del Consiglio dei ministri, il 25 Gennaio 2008 definisce le linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori.

GLI ITS UNO SGUARDO “TECNOLOGICO” PER IL POST DIPOLOMA

Gli Istituti Tecnici Superiori sono “scuole ad alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo che preparano i quadri intermedi specializzati che nelle aziende possono aiutare a governare e sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0.”3

Fanno parte del sistema superiore di formazione e vi si accede a seguito di un diploma di istruzione secondaria superiore, filtrato da un percorso di selezione.

Sono 104 gli ITS presenti sul territorio correlati a 6 aree tecnologiche considerate “strategiche” per lo sviluppo economico e la competitività del Paese

  • Efficienza energetica
  • Mobilità sostenibile
  • Nuove tecnologie della vita
  • Nuove tecnologie per il made in Italy (Servizi alle imprese, Sistema agro-alimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda)
  • Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
  • Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo

L’aspetto interessante è la presenza di docenti che per il 50% proviene dal mondo lavoro e lo stage che ammonta al 30% delle ore totale di formazione. A differenza, quindi, dei canonici corsi universitari , l’aspetto pragmatico predomina rispetto a quello puramente accademico andando a rispondere a quelle che sono reali esigenze del mercato de lavoro.

COME SONO STRUTTURATI I PERCORSI

I percorsi hanno una durata biennale o triennale e permettono di acquisire un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework).

Al termine del percorso di studi è possibile l’accesso diretto al terzo anno di alcuni percorsi di laurea.

COME SI ACCEDE AI PEROCRSI E DOVE SI TROVANO GLI ITS

Sul territorio nazionale si contano 104 ITS, 20 dei quali localizzati in Lombardia tra le provincie di Bergamo, Varese, Como, Mantova, Pavia, Cremona, Monza Brianza e Milano.

L’accesso prevede prove di selezione, test attitudinali e colloqui motivazionale svolti prevalentemente in primavere-estate, ma per qualche istituto anche in Autunno.

L’elenco degli ITS per area tecnologica e regione è reperibile all’indirizzo http://www.indire.it/progetto/its-istituti-tecnici-superiori/dove-sono-gli-its/, mentre un approfondimento sulle tematiche trattate nei corsi e sui profili professionali si trova su: https://sistemaits.it/.

COSTI

I costi annuali variano a seconda dell’Istituto che eroga la formazione. È bene richiederli in modo specifico all’atto dell’iscrizione alla preselezione poiché non sempre sono esplicitati nei siti e variano a seconda dei corsi prescelti e delle annualità.

A titolo indicativo, l’ITS red, attivo in Veneto e Lombardia, prevede4 un contributo annuale di 600,00 euro ed eventuali esenzioni previa presentazione della documentazione ISEE.

PERCHÉ SCEGLIERE UN PEROCORSO ITS

Il monitoraggio nazionale, effettuato dall ‘Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) riporta, per gli iscritti ai corsi nel 2018, una percentuale di occupazione pari all’ 83% una volta terminato il percorso di studi, eppure, queste “scuole di tecnologia” sono un’eccellenza che ancora intercetta meno del 2% degli iscritti ai corsi di studi post-diploma.

Se la tecnologia ti incuriosisce e appassiona, se sei alla ricerca di un percorso attivo e professionalizzate che ti mette sin da subito in contatto con il mondo delle imprese, ti consigliamo di dare uno sguardo ai siti dedicati:

e, perchè no, iscriverti alle selezioni!


3 http://www.indire.it/progetto/its-istituti-tecnici-superiori/

Pubblicato in Orientamento, Piazzalidea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *